Il salone di rappresentanza del palazzo è oggi adibito a Sala del Consiglio Comunale. Ai tempi in cui esso era adibito a residenza estiva di T. Villa e della sua famiglia, il locale era denominato “Salone Angelo Brofferio o degli intrattenimenti” in onore dello statista, giurista, scrittore e poeta astigiano Angelo Brofferio, suocero del Villa, padre della moglie Emilia Brofferio. In questo salone Tommaso Villa teneva conferenze, organizzava feste e riceveva importanti ospiti provenienti da tutta la nazione.
Beni qualificanti del salone sono le due tele a soggetto marino opera del Bo e l’ottocentesco lampadario in vetro di Murano, che riprende i colori della decorazione pittorica della volta, raro per le dimensioni e prezioso per la qualità della fattura. Il lampadario fu oggetto di un urgente intervento di restauro alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, condotto sotto la supervisione della Soprintendenza competente
Il progetto di restauro prevede puntuali operazioni di preconsolidamento, una generale pulitura graduata, la fissatura della pellicola pittorica e il ristabilimento della coesione dell’intonaco di supporto.
Seguirà un ritocco integrativo tono su tono ad acquarello nella pannellatura centrale fortemente degradata per via della vecchia infiltrazione, al fine di ricostituire l’unità di lettura dell’apparato decorativo.
Beni qualificanti del salone sono le due tele a soggetto marino opera del Bo e l’ottocentesco lampadario in vetro di Murano, che riprende i colori della decorazione pittorica della volta, raro per le dimensioni e prezioso per la qualità della fattura. Il lampadario fu oggetto di un urgente intervento di restauro alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, condotto sotto la supervisione della Soprintendenza competente
Il progetto di restauro prevede puntuali operazioni di preconsolidamento, una generale pulitura graduata, la fissatura della pellicola pittorica e il ristabilimento della coesione dell’intonaco di supporto.
Seguirà un ritocco integrativo tono su tono ad acquarello nella pannellatura centrale fortemente degradata per via della vecchia infiltrazione, al fine di ricostituire l’unità di lettura dell’apparato decorativo.