Cascina del Colombaro o Cascina du Lèu, un tempo di pertinenza del Castello di Roatto, è la più grande cascina del borgo e si trova nel centro storico di Roatto, affacciata sulla piazza principale.
Composta da diversi corpi di fabbrica (abitazione, stalla, fienile, colombaia) di notevoli dimensioni la struttura si articolava intorno ad uno spazio non identificabile come una vera corte chiusa ma tale da delineare una grande aia e mettere il complesso in comunicazione con la strada e la piazza del paese.
Il castello di Roatto dei marchesi Raggi dipendeva da questa cascina per i rifornimenti di derrate alimentari, vino, pollame e generi vari. Il complesso possiede ancora oggi una considerevole porzione di terreno pertinenziale, un tempo coltivato a vigneto, cereali e prato.
Le vicende storiche hanno portato la cascina a perdere la sua funzione di complesso strettamente legato all’economia agricola del paese e ad essere abbandonata.
Precedentemente di proprietà del comune, riconosciuta dalla Soprintendenza “bene di interesse culturale” dal 2015, la cascina è stata recentemente acquistata da un privato che ne ha commissionato all’Arch. Corradino la ristrutturazione e trasformazione in complesso turistico-ricettivo nel rispetto dei caratteri compositivi, costruttivi e tipologici di origine.
Composta da diversi corpi di fabbrica (abitazione, stalla, fienile, colombaia) di notevoli dimensioni la struttura si articolava intorno ad uno spazio non identificabile come una vera corte chiusa ma tale da delineare una grande aia e mettere il complesso in comunicazione con la strada e la piazza del paese.
Il castello di Roatto dei marchesi Raggi dipendeva da questa cascina per i rifornimenti di derrate alimentari, vino, pollame e generi vari. Il complesso possiede ancora oggi una considerevole porzione di terreno pertinenziale, un tempo coltivato a vigneto, cereali e prato.
Le vicende storiche hanno portato la cascina a perdere la sua funzione di complesso strettamente legato all’economia agricola del paese e ad essere abbandonata.
Precedentemente di proprietà del comune, riconosciuta dalla Soprintendenza “bene di interesse culturale” dal 2015, la cascina è stata recentemente acquistata da un privato che ne ha commissionato all’Arch. Corradino la ristrutturazione e trasformazione in complesso turistico-ricettivo nel rispetto dei caratteri compositivi, costruttivi e tipologici di origine.